Il rischio nascosto negli autolavaggi: le sostanze PFAS (www.aerobus.bo.it) Con l’avvicinarsi delle vacanze e l’aumento delle occasioni per prendersi cura dell’auto, cresce l’attenzione verso le pratiche di pulizia.
Un allarme lanciato dagli esperti mette in guardia chi affida il proprio veicolo agli autolavaggi tradizionali: un pericolo poco noto ma concreto, legato all’uso di sostanze chimiche molto diffuse e potenzialmente dannose.
Secondo gli specialisti di Ecocosh, molti autolavaggi impiegano prodotti contenenti PFAS (sostanze perfluoroalchiliche e polifluoroalchiliche). Questi composti chimici, sintetici e altamente persistenti, sono noti per la loro resistenza alla degradazione ambientale e per la capacità di accumularsi nella catena alimentare. Definiti “sostanze chimiche per sempre”, i PFAS rappresentano una minaccia seria per la salute umana e per l’ambiente.
Questi agenti chimici sono formati da gruppi fluorurati combinati con catene di carbonio, e la loro tossicità deriva principalmente dall’elemento fluoro, estremamente corrosivo e pericoloso a contatto con pelle, mucose e tessuti ossei. Nonostante alcune classi di composti fluorurati siano già state bandite, come i clorofluorocarburi (CFC) responsabili del buco nell’ozono, i PFAS continuano a essere utilizzati in numerosi prodotti di uso quotidiano, tra cui detergenti per autolavaggi.
Implicazioni per chi cura l’auto in autolavaggio
La presenza di PFAS nei prodotti usati dagli autolavaggi può esporre sia i veicoli che i clienti a rischi poco evidenti ma significativi. Queste sostanze infatti non solo si accumulano nell’ambiente, ma sono anche associate a effetti cancerogeni e reprotossici, cioè capaci di compromettere la fertilità e la salute riproduttiva. Per chi si prende cura dell’auto, affidarsi a lavaggi con detergenti contenenti PFAS può significare un’esposizione indiretta a questi pericoli chimici.
Gli esperti sottolineano che i residui di queste sostanze spesso finiscono nelle acque reflue degli impianti di lavaggio, a causa dello scarso controllo e delle difficoltà di smaltimento da parte delle aziende produttrici. Inoltre, tecnologie come la GenX, impiegata da grandi industrie chimiche per produrre polimeri fluorurati come il politetrafluoroetilene (meglio noto come teflon), contribuiscono ulteriormente alla diffusione di questi contaminanti in natura.
Come proteggere la propria auto e se stessi (www.aerobus.bo.it)
Di fronte a queste informazioni, è importante adottare alcune precauzioni nel prendersi cura dell’automobile. Gli esperti consigliano di informarsi sul tipo di prodotti utilizzati dall’autolavaggio di fiducia e, ove possibile, preferire metodi di pulizia manuale o lavaggi ecologici certificati, che evitino l’impiego di sostanze chimiche nocive.
Un’altra raccomandazione riguarda la rimozione rapida di contaminanti come le deiezioni di uccelli, che possono danneggiare la vernice, ma senza utilizzare solventi aggressivi o alcool che potrebbero lasciare aloni o ulteriori segni. In questi casi, la soluzione migliore rimane un’azione delicata con acqua e detergenti specifici, seguita da un’asciugatura accurata.
Il valore economico e affettivo dell’auto, spesso investimento rilevante per le famiglie italiane, rende essenziale una cura consapevole e informata. Evitare prodotti potenzialmente dannosi e scegliere servizi che rispettino standard ambientali e di sicurezza più elevati può fare la differenza per mantenere in salute sia il veicolo che chi lo utilizza.
La crescente consapevolezza sui rischi legati ai PFAS rappresenta un passo avanti nella tutela del consumatore e dell’ambiente, invitando a una riflessione più ampia sulle abitudini quotidiane e sulle scelte di consumo, anche quando si tratta di semplici routine come il lavaggio dell’auto.
