Nel cuore dell’Artico esiste una città dove nulla è cambiato. Un viaggio tra ghiacci, storia e mistero che lascia senza parole.
Tra i paesaggi più estremi del pianeta, dove la natura domina incontrastata e il silenzio ha un peso quasi fisico, esiste un luogo capace di lasciare un segno profondo in chi lo visita. E’ una città che non vive più, ma che non è mai davvero morta. Qui il tempo si è fermato all’improvviso, cristallizzando abitudini, edifici e atmosfere di un’epoca che oggi sembra lontanissima. Non è solo una destinazione, ma un’esperienza emotiva che mescola stupore, rispetto e una sottile inquietudine.
Nel cuore delle Svalbard, tra fiordi ghiacciati e montagne perennemente innevate, questa ”Pompei del Ghiaccio” appare come un miraggio artico. Il suo fascino non risiede soltanto nella posizione estrema, ma nella sensazione di poter osservare la storia senza filtri, così come è stata lasciata, senza il tempo a consumarla.
La città sovietica dove il tempo si è fermato
Pyramiden sorge sull’isola di Spitsbergen, in un’area che già di per sé sembra appartenere a un altro mondo. Il suo nome deriva dalla montagna triangolare che domina la valle, una presenza imponente che ricorda la forma di una piramide e che incornicia l’intero insediamento in uno scenario quasi teatrale. A sud, il ghiacciaio Nordenskiöld si apre verso il Billefjorden, amplificando la percezione di trovarsi ai confini della civiltà.
La storia di Pyramiden inizia all’inizio del Novecento, quando il carbone attirò l’interesse internazionale in un territorio che allora non apparteneva a nessuno. Dopo il Trattato delle Svalbard del 1925, la Norvegia ottenne la sovranità sull’arcipelago, mantenendo però un principio unico che consentiva a tutti i Paesi firmatari di sfruttarne le risorse. Fu così che l’Unione Sovietica arrivò qui nel 1927, dando il via a un progetto che avrebbe trasformato questo angolo di Artico in una vetrina del sistema sovietico.
L’attività mineraria prese davvero slancio dopo la Seconda Guerra Mondiale e, tra gli anni Cinquanta e Ottanta, Pyramiden conobbe il suo periodo d’oro. La città arrivò a ospitare circa mille persone e offriva servizi sorprendenti per una località così remota. Scuole, ospedale, cinema e persino una piscina con acqua salata. Tutto era pensato per dimostrare che anche oltre la Cortina di Ferro si poteva garantire una qualità della vita elevata.

La città sovietica dove il tempo si è fermato – aerobus.bo.it – fonte instagram @goartic
Il declino arrivò negli anni Novanta, tra crisi economiche e un tragico incidente aereo nel 1996. Con l’ultimo carico di carbone estratto il 31 marzo 1998, Pyramiden venne abbandonata in pochi mesi. Lasciando dietro di sé edifici intatti e oggetti quotidiani ancora al loro posto.
Oggi raggiungere Pyramiden significa entrare in una dimensione sospesa. Durante la breve estate artica, quando il ghiaccio si ritira e il sole di mezzanotte illumina tutto per ventiquattro ore, è possibile visitarla solo con guide qualificate. Necessarie sia per la sicurezza che per la presenza degli orsi polari. Chi decide di fermarsi può anche dormire nello storico Hotel Pyramiden, riaperto nel 2013. Vivendo un’esperienza rara: trascorrere la notte in una città fantasma dove il ghiaccio custodisce la memoria del Novecento.
È la "Pompei del Ghiaccio" dove il tempo si è fermato: non puoi non vederla mai nella tua vita - aerobus.bo.it - fonte instagram @goartic






