La questione della prescrizione dei prestiti continua a essere centrale per chi si trova ad affrontare difficoltà finanziarie o contenziosi.
La questione della prescrizione dei prestiti continua a essere centrale per chi si trova ad affrontare difficoltà finanziarie o contenziosi con istituti di credito e società finanziarie. Comprendere quando un prestito può andare in prescrizione è essenziale per valutare con precisione i propri diritti e doveri, nonché per pianificare eventuali strategie di tutela legale. In Italia, la normativa vigente stabilisce che, in linea generale, un finanziamento si prescrive dopo 10 anni, salvo eccezioni previste per specifiche obbligazioni. Questo termine decorre dalla scadenza dell’ultima rata o dalla prima insoluta, ma può essere interrotto da atti formali del creditore, facendo ripartire il conteggio da capo.
Quando si prescrive un prestito non pagato?
La prescrizione di un prestito si verifica quando, trascorso un periodo di tempo definito dalla legge, il creditore non ha più il diritto di richiedere il pagamento del debito. Secondo l’articolo 2946 del Codice Civile, i diritti di credito di natura contrattuale si estinguono dopo 10 anni, se non intervengono atti interruttivi. Questo termine decorre dalla scadenza dell’obbligazione, che nel caso di un prestito coincide solitamente con la data dell’ultima rata non pagata o con la dichiarazione di decadenza dal beneficio del termine da parte della banca, che può richiedere il saldo immediato dell’intero debito residuo.

Tutto quello che c’è da sapere (www.aerobus.bo.it)
È importante sottolineare che la prescrizione non cancella il debito, ma estingue il diritto del creditore a farne richiesta tramite vie legali. Durante questo periodo, il creditore può effettuare solleciti di pagamento, notifiche di messa in mora, decreti ingiuntivi o altre azioni giudiziarie che interrompono la decorrenza del termine prescrizionale. Ogni interruzione azzera il conteggio e lo fa ripartire da zero, prolungando di fatto la possibilità di recupero del credito.
Per un prestito non pagato, il termine ordinario di prescrizione è quindi di 10 anni, a meno che la legge non preveda termini differenti per particolari tipologie di obbligazioni. Nel caso di mutui o finanziamenti con garanzie reali, come l’ipoteca, il termine rimane invariato, ma si aggiungono specifiche norme sul recupero giudiziario del credito.
Se, durante il periodo di 10 anni, si verifica un atto interruttivo – come un sollecito di pagamento formale o un’azione legale – la prescrizione si azzera e riparte da quella data. Ad esempio, un prestito contratto nel 2012 ma oggetto di un sollecito nel 2016 vedrà il termine di prescrizione slittare fino al 2026.
Nel caso di prestiti tra privati, la normativa è sostanzialmente la stessa: il capitale si prescrive in 10 anni, mentre gli interessi devono essere richiesti entro 5 anni, essendo considerati obbligazioni periodiche secondo l’articolo 2948 del Codice Civile. Anche in questi casi, avere un contratto scritto è fortemente consigliato per dimostrare con certezza la data di erogazione del prestito e tutelare i propri diritti.
Cosa succese se non si paga un prestito (www.aerobus.bo.it)






