Nelle grandi città europee la sicurezza stradale è diventata una questione centrale, soprattutto quando si parla di mobilità sostenibile. E mentre in Italia il dibattito sulle piste ciclabili continua a procedere a rilento, è arrivata una novità pronta a stravolgere le regole attuali.
Si tratta di un’idea che potrebbe cambiare radicalmente il rapporto spesso conflittuale tra auto e biciclette. E introduce un nuovo obbligo per gli automobilisti.
Una tecnologia semplice contro un pericolo quotidiano
Il problema è noto a chiunque si muova su due ruote in città. L’apertura improvvisa di una portiera, il cosiddetto dooring, è una delle cause più frequenti di incidenti urbani che coinvolgono i ciclisti. Una dinamica banale, ma potenzialmente gravissima, che spesso avviene a bassa velocità e proprio per questo sottovalutata.
Ed ecco che, in Germania, hanno deciso di introdurre le portiere salvaciclisti, che intervengono esattamente in questo punto cieco della sicurezza stradale. Si tratta di sistemi di assistenza alla guida (ADAS) in grado di rilevare l’arrivo di un ciclista, di una moto, o di un’auto mentre il passeggero sta per aprire la portiera.

Cosa sono le portiere salvaciclisti – aerobus.bo.it
Si tratta di avvisi sonori, segnali visivi oppure, nei sistemi più evoluti, il blocco temporaneo della portiera, tutte precauzioni che riducono sensibilmente la possibilità di un impatto.
A promuovere l’obbligatorietà di questa tecnologia è l’ADFC, l’associazione nazionale dei ciclisti tedeschi, che ha portato numeri difficili da ignorare. Solo a Berlino, nel 2024, si sono registrati oltre 400 incidenti legati all’apertura delle portiere. A Colonia più di 100. Dati che chiaramente fotografano un fenomeno diffuso, non episodico.
La posizione dell’ADFC però è tutt’altro che ideologica. L’associazione ha chiarito che le portiere salvaciclisti sono senza dubbio importanti, ma non risolvono la questione. Servono infrastruttura dedicate, piste ciclabili protette e una revisione complessiva dello spazio urbano. Ma intanto rendere questa tecnologia obbligatoria sarebbe senza dubbio un grosso passo in avanti.
Italia indietro, Europa in movimento
Il confronto con l’Italia, anche in questo caso, è impietoso. Nel nostro Paese la bicicletta resta spesso confinata a un ruolo marginale, mentre l’automobile continua a dominare lo spazio pubblico. In molte città europee inviece la bici è un mezzo comunissimo, usato da moltissime persone ogni giorno per recarsi al lavoro, accompagnare i figli a scuola o fare la spesa.
Alcuni modelli di auto di nuova generazione (come già avviene su alcune compatte e vetture elettriche) integrano questi sistemi, ma si tratta di casi isolati. L’idea tedesca punta a trasformare una buona pratica in uno standard normativo, il che porterebbe senza dubbio una vera rivoluzione nella circolazione stradale.
Un nuovo possibile obbligo - aerobus.bo.it






