Una guida completa e aggiornata per capire davvero come richiedere l’assegno ordinario di invalidità, evitare errori burocratici e ottenere un sostegno concreto senza perdere tempo.
L’Assegno Ordinario di Invalidità (AOI) è una misura poco conosciuta ma essenziale per tanti lavoratori italiani. Riconosciuto dall’INPS, è pensato per chi ha una riduzione parziale della capacità lavorativa a causa di patologie fisiche o mentali, anche se continua a svolgere un’attività. Non si tratta di una pensione anticipata, né di un’indennità per chi ha perso il lavoro. È un sostegno economico concreto, rivolto a chi si trova in una condizione intermedia: non inabile, ma neppure nelle condizioni di lavorare come prima.
Molte persone non sanno di avere i requisiti o temono l’iter burocratico. In realtà, con le informazioni corrette e i documenti giusti, la procedura può essere più semplice di quanto si pensi. Capire come funziona l’assegno significa anche evitare errori che causano rifiuti o ritardi. E, soprattutto, significa non rinunciare a un diritto.
A chi spetta davvero l’assegno ordinario di invalidità
Per ottenere l’assegno ordinario servono due requisiti fondamentali: uno sanitario e uno contributivo. Entrambi devono essere presenti, altrimenti la domanda viene respinta.
Dal punto di vista sanitario, è necessario che una commissione medica INPS certifichi una riduzione della capacità lavorativa di almeno due terzi. Non basta la diagnosi: deve emergere una limitazione concreta e documentata nello svolgere attività lavorative con continuità. Il certificato del medico curante, con una relazione clinica dettagliata, è il primo documento da cui parte tutto.

A chi spetta davvero l’assegno ordinario di invalidità – aerobus.bo.it
Dal punto di vista contributivo, bisogna aver versato almeno cinque anni di contributi totali, di cui tre negli ultimi cinque anni precedenti la domanda. Questo è uno degli ostacoli principali per chi ha avuto carriere discontinue, lunghi periodi di disoccupazione o lavoro all’estero. Ma anche in questi casi, se i contributi sono certificati o trasferibili, possono essere conteggiati.
È importante sapere che l’assegno è compatibile con l’attività lavorativa, ma non con tutte le condizioni di reddito. Chi continua a lavorare può comunque beneficiarne, purché rientri nei limiti di reddito stabiliti ogni anno dall’INPS.
Come si presenta la domanda e cosa succede dopo l’approvazione
La procedura inizia con il certificato medico introduttivo, che deve essere compilato dal proprio medico curante e trasmesso telematicamente all’INPS. Solo dopo averlo inviato si può presentare la domanda vera e propria, online con SPID, CIE o CNS, oppure tramite un patronato, che spesso aiuta a evitare errori formali.
Una volta inviata, l’INPS avvia la pratica e può convocare il richiedente per una visita medica di accertamento. In alcuni casi può bastare la documentazione. Se la domanda viene accolta, l’assegno decorre dal mese successivo alla data di presentazione, quindi è importante non perdere tempo.
L’assegno viene concesso per tre anni. Alla scadenza, va rinnovato, ripetendo tutto l’iter sanitario. Dopo tre riconoscimenti consecutivi, il diritto diventa stabile: l’assegno non va più richiesto, ma l’INPS può effettuare controlli per verificare se persistono le condizioni.
Attenzione: in caso di miglioramento clinico, o se si raggiunge un reddito lavorativo molto più alto, l’assegno può essere ridotto o revocato. È obbligatorio comunicare all’INPS eventuali cambiamenti rilevanti nella propria situazione sanitaria o professionale.
Quando si raggiunge l’età pensionabile, l’assegno viene trasformato automaticamente in pensione di vecchiaia, senza bisogno di una nuova domanda, purché si siano maturati i requisiti contributivi previsti. Questo consente una continuità economica per chi ha ricevuto l’AOI per diversi anni.
Assegno Invalidità, gli errori imperdonabili per l'Inps: attenzione a non sbagliare - aerobus.bo.it






